Titolo: American Gods
Autore: Neil Gaiman
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa (fantasy)
Numero pagine: 523
Data pubblicazione:15 aprile 2013 (Italia)
ISBN: 978-8804520832
Prezzo: 11€
Trama:
Dopo tre anni di prigione Shadow sta per tornare in libertà quando viene
a sapere della morte misteriosa della moglie e del suo migliore amico.
Sull'aereo che lo riporta a casa l'uomo riceve una proposta di lavoro da
un tipo piuttosto enigmatico, Mister Wednesday: Shadow accetta, ma gli
servirà ancora qualche tempo per scoprire chi sia in realtà il suo capo,
chi siano i suoi compagni d'affari e chi i suoi concorrenti.
Recensione:
Non mi sarei mai aspettata che questo libro potesse scaturire in me così tante sensazioni (a volte anche contrastanti tra di loro).
Di solito, sì, ci sono dei libri che fanno venire la pelle d'oca, libri che commuovono per le storie dolorose raccontate al loro interno, libri talmente romantici da far sognare ad ogni pagina, libri horror o gotici che lasciano con il fiato sospeso fino all'ultimo, gialli e thriller che non fanno staccare lo sguardo dalle pagine neanche se fuori c'è un temporale e in casa va via la luce e sei costretta/o a leggere al lume di candela, libri comici che ti fanno scoppiare in sonore risate anche quando stai leggendo in treno e alle persone sembra che tu rida da sola/o (mi è capitato molto spesso)...
Poi c'è American Gods, perché American Gods è un libro a sé. Riesco a trovare una sola definizione per questo libro: visionario.
Ho avvertito curiosità, meraviglia, sbigottimento, ilarità per delle battute ironiche, odio profondo verso alcuni personaggi e verso Gaiman stesso, senso di assopimento in alcune parti del libro, orrore verso alcune scene descritte che mi hanno lasciato un po' perplessa, invidia per il suo modo di scrivere (è dannatamente bravo, accidenti!), ancora più curiosità nella seconda parte, sensazioni idilliache verso la conclusione, profondo sconforto e pace interiore per aver finalmente appreso le risposte a quasi tutte le mie domande.
Quasi tutte. Si.
Perché una mi rimbalza ancora vorticando nella testa. Come diavolo si chiama Shadow in realtà?? Odio profondoooo!
Ma veniamo all'analisi:
Ha più di un'anima nascosta dentro alle sue pagine profumate di inchiostro. E io le ho viste e avvertite tutte. A volte in un libro l'anima è nascosta o di difficile interpretazione, in altre è talmente evidente che viene da piangere soltanto a sfiorare la copertina.
All'inizio sembrava il solito e consueto racconto tipicamente fantasy, nel quale un ragazzo viene chiamato per un "compito" importante che soltanto lui può portare a termine perché è il predestinato, o il prescelto o l'eletto...Insomma avete capito di cosa sto parlando.
Invece, più il filo narrativo andava avanti più capivo che questo libro era fuori dal comune: innanzi tutto, fino a ottanta pagine dalla fine, non si capisce cosa sta succedendo, ovvero il motivo per cui gli Dèi sbarcati in America millenni orsono, abbiano paura della "Tempesta" e non vogliano collaborare con il signor Wednesday. Devo spendere alcune parole a riguardo.
Ti odio con tutto il mio cuore Neil, perché mi hai fatto venire i nervi. Ero quasi sul punto di tirare il libro contro il muro.
Come si denota ho avuto un rapporto di odio-amore con questo libro. Mi ha incuriosita all'inizio, mi ha lasciato indifferente per una cinquantina di pagine; mi ha incuriosita di nuovo e poi sembrava non arrivare a niente. Devo dire che in alcuni punti mi era venuto anche un po' di sonnolenza, ma forse era dovuta all'ora tarda...Comunque queste sensazioni si sono intrecciate e intervallate a ritmi regolari fino alla metà del racconto. Quando è iniziato davvero a interessarmi sul serio. Oltre all'elemento fantasy, costituito dagli Dèi decaduti e dimenticati, molto protagonisti e che lo scrittore descrive come persone normali che si sono rassegnati a una vita "normale" e all'essere stati sostituiti dagli Dèi nuovi e tecnologici dell'epoca moderna, esiste anche un fattore che oserei definire quasi al livello dei thriller: quando il protagonista Shadow, giunge in una cittadina chiamata Lakeside, nel Wisconsin (dove il signor Wednesday lo costringe a rifugiarsi per non dare nell'occhio), si trova di fronte alla cittadina perfetta, dove non succede mai niente e dove tutti sembrano cristallizzati a vivere in un mondo a parte. Ogni cosa, in quella cittadina, procede nel migliore dei modi, nessun disoccupato, nessuno che crea problemi, tutti si conoscono da tempo e si fidano l'uno dell'altro. Una normale cittadina, direte voi...
E invece no.
A Lakeside una volta l'anno scompare un bambino. Sarà proprio Shadow a scoprire chi e perché succede.
Non vi darò altre informazioni riguardo alla trama, perché ho difficoltà a riportare qualsiasi cosa accaduta senza evitare di incorrere in fastidiosi spoiler.
Ho trovato il finale di una genialità sopraffina. Vale la pena di leggersi più di cinquecento pagine per arrivare al dunque. Anche se poi un vero finale non c'è neanche, perché da una frase pronunciata alla fine si capisce che Shadow dovrà avere a che fare ancora con gli Déi.
Gaiman, sei avvertito, io voglio leggere il seguito!
Lo stile è quello che caratterizza Gaiman, cioè lasciare spazio all'immaginazione pur rendendo ogni descrizione il più puntigliosa e veritiera possibile. E' scritto benissimo e sullo stile non c'è proprio da dire niente. Tanto di cappello.
L'unica nota dolente che posso trovare è che poteva rendere più interessanti gli intervalli di tempo in cui non accadeva niente di particolarmente rilevante. E poi, i nomi degli Déi sono un po' troppi e alcuni, devo dire la verità, non li conoscevo neanche.
Curiosità: tra gli Dèi nominati c'è anche Anansi, protagonista del libro "I ragazzi di Anansi". Questo libro non è da considerarsi un continuo perché non vi sono gli stessi personaggi ed è ambientato a Londra, però prende spunto dalla dimensione creata dallo scrittore stesso.
Valutazione:
Copertina: 8 (versione italiana) 8.5 (versione inglese)
Stile: 9
Trama: 8.5
1/2
Quattro diamanti e mezzo stra-stra-stra meritati! Mi mancava quel non-so-ché per assegnargli 5 diamanti. Peccato per quelle lacune e intermezzi che non sono riusciti a entusiasmarmi, poiché piatti dal punto di vista narrativo.
Allora, avete deciso se leggerlo? Vi ho incuriositi?
Fatemi sapere, mi raccomando!
Tania