lunedì 22 giugno 2020

[Recensione] La ragazza senza nome di Elda Lanza

Buongiorno e buon inizio settimana,
come va? In queste settimane di pausa ho letto parecchi libri interessanti, uno di questi è senz'altro "La ragazza senza nome". Si tratta di un romanzo postumo di Elda Lanza uscito una decina di giorni fa. Qui di seguito ↓ trovate tutte le info e la mia recensione.  


Titolo: La ragazza senza nome
Autrice: Elda Lanza
Editore: Salani 
Genere: Narrativa gialla
Data di pubblicazione: 11 giugno 2020
Formato: cartaceo ed ebook
Pagine: 165 (ebook) - 224 (cartaceo rilegato)
ISBN978-8893817585
Prezzo: € 8,99 ebook - € 16,90 cartaceo



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Trama
Nella roggia di Sanpietro c'è un cadavere. Il corpo di una bellissima e giovane donna è riverso nel canalone. L'ultima persona ad averla vista viva è Beatrice Longoni, che l'ha accolta in casa propria durante una notte buia e agitata. Prima di scomparire di nuovo, inghiottita dall'oscurità, la ragazza le ha rivelato la sua storia. Ma quella storia Beatrice non fa in tempo a raccontarla a Max Gilardi, perché proprio quando sta per rivolgersi all'avvocato un'esplosione misteriosa la mette a tacere per sempre. E mentre la scia di sangue si allunga, inarrestabile, per Gilardi arriva il momento di scendere in campo e indagare su una catena di omicidi in cui niente è come sembra e il vero e il falso si intrecciano inesorabilmente. Elda Lanza costruisce ancora una volta con mano sapiente un giallo capace di ammaliare, grazie alle sue atmosfere cariche di fascino e ai personaggi segnati da un destino tanto crudele quanto imprevedibile.


Recensione

***copia Arc fornita dalla casa editrice su mia richiesta***

Sapete quanto a me piacciano i gialli, in tutte le sue varianti: scrivo romanzi rosa ma il mio primo amore è il Giallo. C'è poco da fare. Preferisco lo schema classico, in cui l'obiettivo principale è portare il lettore alla scoperta della verità a piccole dosi. Le indagini vecchio stampo sono le migliori, secondo me. E questo romanzo, come i precedenti della serie delle inchieste di Max Gilardi, fanno parte di questa categoria.   

Inizio col parlarvi di questa storia a tinte gialle fornendovi prima qualche accenno in più sulla trama (spoiler free). 

Il libro parte in quarta con la bizzarra Beatrice Longoni (Bea) che si presenta allo studio del famoso avvocato - ormai ex commissario - Max Gilardi; non viene presa sul serio, non subito almeno. Difatti, quando la Longoni dichiara di voler parlare con l'"avvocato biondo alto due metri più bello di un attore americano" perché lo ha visto in televisione in una puntata di "Porta a Porta", appare a tutti come una mitomane che vuole darsi troppa importanza. Una di quelle persone che pur di incontrare un personaggio di spicco si inventa delle storie, insomma. E invece la signora Bea, sopravvissuta al terremoto insieme alla figlia Annagloria, sa qualcosa riguardo al caso della "ragazza senza nome" rinvenuta nella roggia di Sanpietro a Napoli. La Longoni però è spaventata e non vuole parlare con la polizia ma soltanto con l'avvocato che le sta tanto simpatico. A quel punto Gilardi e la sua socia Laura Licasi non possono far altro che ascoltare la donna e registrarne ogni singola parola da conservare come prova, nell'attesa di convincerla a presentarsi in Questura. Della ragazza senza nome nessuno sa niente, eppure Bea racconta di averla ospitata in casa sua dopo averla vista vagare al porto in pessime condizioni con indosso solo un caftano sdrucito. La ragazza senza nome non parlava, non capiva l'italiano, però rideva. "Rideva come fosse scema", secondo la dichiarazione che la figlia di Bea fornisce a proposito di quella misteriosa ragazza. Quando finalmente la signora Longoni si decide a parlare con la polizia, è vittima di un vero e proprio attentato in cui perde la vita e la possibilità di ripetere ciò che ha rivelato all'avvocato e al suo staff, visto che la registrazione della sua testimonianza sparisce. Ora l'unica persona in grado di raccontare come si sono svolti i fatti è Annagloria, ma anche lei, come sua madre, ha paura. Ha paura di "finire ammazzata" e per questo vuole tornare dalla zia materna e dal fidanzato a Sondello. E riesce a tornarci, tuttavia subito dopo capisce che non può rimanere lì: a casa della zia Nunziata non si sente più al sicuro. Perché? E qual è il filo conduttore che unisce tutte le persone coinvolte?
Devo ammettere che la trama è stata costruita in modo egregio e non ha niente di scontato. Anzi, per certi versi esce dagli schemi tipici del "giallo" senza che questo possa comprometterne i punti fermi. C'è l'investigatore "improvvisato", c'è un cadavere, ci sono i testimoni, c'è un colpevole (o più di uno), ciò nonostante la storia prende una piega inconsueta. Questo tentativo di voler scrivere qualcosa di diverso mi è piaciuto.
I personaggi sono tratteggiati con brevi descrizioni ma concise che puntano su delle caratteristiche ben distinte, come possono esserlo la gestualità, la parlantina, la dialettica e i modi di dire. Nei suoi testi Elda Lanza lasciava che i suoi personaggi si presentassero da soli nel corso del racconto e li lasciava parlare, lasciava che con delle semplici frasi potessero esprimere se stessi capitolo dopo capitolo. Portare avanti una serie con gli stessi personaggi come protagonisti, a volte, non è semplice: c'è il rischio di cadere nelle ripetizioni. Non è questo il caso, infatti si incontrano pochi e mirati accenni alle disavventure passate direttamente dai ricordi di Gilardi. Lo stile è scorrevole ed elegante, come non se ne vedono più in giro. Era una giallista acuta, un Andrea Camilleri al femminile. Da notare l'assenza quasi totale di parolacce, prova del fatto che per scrivere gialli e thriller non è necessario dimostrare la durezza dei personaggi - e dei loro atteggiamenti tosti - attraverso un linguaggio volgare. 
Avrei preferito una maggiore lunghezza del testo e capitoli più sviluppati, ma per essere un romanzo postumo non ha lacune o un qualsivoglia altro tipo di mancanza. E' molto veloce e dinamico ed è difficile staccarsi dalle pagine senza prima aver capito qualche dettaglio in più sulla vicenda. Tanto che sono riuscita a finirlo in mezza giornata.
In definitiva, può essere considerato come il degno finale della serie.   

Stra-consigliato agli appassionati di questo genere. Questo è l'elenco completo delle "Inchieste di Max Gilardi": 
. Niente lacrime per la signorina Olga
. Il matto affogato
. Il venditore di cappelli
. La cliente sconosciuta
. La bambina che non sapeva piangere
. Uno stupido errore
. La bestia nera
. Il funerale di Donna Evelina
. Rosso sangue
. La terza sorella
--> La ragazza senza nome


Valutazione

Copertina: 8 (i libri di Elda Lanza hanno delle cover riconoscibili a colpo d'occhio)

Trama: 8
Stile: 8.5






Che mi dite di voi? Avete letto qualche romanzo in particolare che ha destato la vostra curiosità? Se avete qualche lettura da suggerirmi fatelo nei commenti ⤵
Per ora è tutto. A presto (spero),

Tania