Autore: Sandrone Dazieri
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
Numero pagine: 564
Data pubblicazione: 27 maggio 2014
ISBN: 978-8804611752
Prezzo:€18
Trama:
Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano
dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta,
decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito
della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio
nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del
delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va. Colomba
ha trent'anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è
presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente.
Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle
migliori. E il suo vecchio capo lo sa. Le chiede di lavorare senza dare
nell'occhio al caso e la mette in contatto con Dante Torre,
soprannominato "l'uomo del silos", esperto di persone scomparse e abusi
infantili. Di lui si dice che è un genio, ma che le sue capacità
deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie. Perché da
bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto,
cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico
contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva
chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad
affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del
bambino Dante riconosce la mano del "Padre". Ma se è così, perché il suo
carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza? E
Colomba può fidarsi davvero dell'intuito del suo "alleato"?
Recensione:
Vorrei cominciare con una domanda. Perché la protagonista si chiama "Colomba"? :)
Nessuno può rispondere a questa domanda, che mi attanaglia da quando ho incominciato a leggere il libro, tranne, naturalmente, l'autore. Chissà perché ha scelto proprio quello.
A parte gli scherzi, questo libro ha catturato la mia attenzione dall'inizio alla fine.
Mi ha attirato già dal titolo, anche se sembra un po' minaccioso, ma che in realtà non ha niente a che fare con la classica figura genitoriale.
Dal punto di vista narrativo non c'è una pausa, una lacuna, una discrepanza che induce il lettore a non continuare la lettura; tutto è ben delineato e congegnato nei minimi particolari.
La psicologia dei personaggi è la cosa che mi ha colpito di più. Più leggevo i dettagli delle loro vite, più me li immaginavo in un film proiettato nella mia testa. I dialoghi sono azzeccatissimi e rispecchiano le personalità.
La storia è molto intricata, ma verso la metà del libro ho pensato anche di aver individuato anche il fantomatico "Padre"...e invece no. L'ho scoperto alla fine. Leggo libri "gialli" e thriller da non so quanto tempo e in rare occasioni mi è capitato di non individuare (o almeno di avere una teoria valida) il colpevole delle malefatte. Questa è una di quelle rare occasioni. Mi ha stupito con alcune rivelazioni finali, anche se l'ultima telefonata che riceve Dante Torre sembra annunciare, o quantomeno indirizzare, verso un continuo, che leggerei molto volentieri. Perché quando ho chiuso il libro ho avuto una sensazione di vuoto da colmare. Mi mancavano i due protagonisti: il burbero Dante, con una mano "cattiva", perseguitato da un passato da dimenticare e ossessionato dalla figura del suo rapitore, nominato il "Padre" che lo ha tenuto prigioniero per anni in un silos. Caffé-dipendente fino all'esaurimento, che mescola il più delle volte la qualità arabica con i farmaci per aumentare l'acutezza d'ingegno - cosa che se facessi io una cosa del genere mi verrebbe un attacco allucinogeno - e per controllare la claustrofobia classificata in più livelli di sopportazione; la poliziotta in aspettativa, Colomba, in riposo forzato dopo il "Disastro". La storia del Disastro è importante per l'intera storia ed è spiegato molto avanti nel libro, cosa che non ha fatto che triplicare la mia curiosità. Non incontra Dante per caso, ma alla fine si capisce che le storie dei due personaggi si intersecano e sono collegate tra di loro da un comune fattore. Quello che c'è dietro l'ho trovato un tantino esagerato. Addirittura un caso internazionale. Inizialmente non ero molto convinta, poi mi sono detta "Perché no? Vediamo dove va a finire" e mi sono dovuta ricredere.
Adesso mi fermo qui, perché altrimenti va a finire che vi dico tutto!
Aspetto il seguito e soprattutto una serie televisiva che non ci starebbe affatto male!
Valutazione
Copertina: 7.5 (mi piacciono molto le scritte in rilievo).
Trama: 8
Stile: 7.5
Un saluto,
Tania
Sì, in effetti ci vedrei bene anch'io una serie televisiva :)
RispondiEliminaIn effetti l'autore ha risposto alla tua domanda ... Nell'intervista a fahrenheit di ieri pomeriggio.... Nome e cognome li ha letti su una lapide, in un cimitero di Firenze, se ricordo bene, visitato in occasione di un suo viaggio per un concerto di Leonard Cohen... Puoi sentirti il podcast....
RispondiEliminaOh, ecco! Grazie per l'informazione! :)
EliminaBella recensione, lo voglio leggere al più presto!!!
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